venerdì 25 dicembre 2015

LUCI SUL PALCO



L'insonnia ti accompagna come un'amica fedele ...

Non sentite la morsa della vita sul collo? Non molla il colpo. Non abbassa gli occhi. Ghigna, ride, ti sbeffeggia. Ti guarda con le braccia tese e le mani cinte alla tua giugulare: stringe, soffochi, molla. Un sospiro di sollievo. Ride. Le sue mani stringono, soffochi, molla ancora la presa. Preghi che sia l'ultima volta. Quella tortura è destinata ai dannati dell'inferno, non a te. Chi l'ha fatta entrare in casa tua? Chi ha permesso che diventasse lei la padrona della tua vita? 

Il cuscino ed il letto diventano un campo di battaglia. Sbuffi, ti giri, ti rigiri. Apri gli occhi, chiudi gli occhi. Guardi l'ora, il tempo si ferma. Anche lui ti è nemico. Ti permette solo di pensare. Pensare. Pensare. Ti concede l'unica libertà di stringerti le mani in testa per cercare di fermare il trambusto che ti sballotta il cervello. Non puoi. Non ora.

Odi come ogni pensiero sia sempre lì pronto prenderti a calci, a farti capire da quanto non sei più bambino. A ricordarti che non puoi essere debole. A ricordarti che prima o poi i minuti scorrono e che le tue spalle possenti si dovranno alzare a sorreggere il tuo mondo. 

Lo fai. 

Cerchi fino allo stremo delle forze quel bambino che non c'è più. Cerchi il desiderio di giocare. Cerchi i pensieri liberi di essere quello che più vuoi. Cerchi la semplicità delle cose. Vuoi liberarti di quelle catene che ti legano le caviglie da troppo tempo. Quel suono di ferraglia che senti quando cammini è diventato insopportabile. Ti fanno inciampare e non ti permettono di correre. Libero.

Dov'è la mia seconda possibilità? Me la sono già giocata? Vuoi dire che mi è già stata concessa e non me ne sono accorto? Sono così stupido? Così ignorante? Ho i brividi, non posso crederci. Non voglio crederci.

No, tutti hanno una seconda possibilità ed io non me la faccio sfuggire.

Arriva quando tua figlia ti prende per mano e ti dice: "Papà vieni con me. Seguimi nel mio mondo. Gioca con me".

Allora con le gambe tremanti come se fosse un gesto insormontabile attraversi l'ingresso di un piccolo teatro di paese dove una maestra di musical attende i suoi piccoli allievi ed i loro genitori. 

La seconda possibilità è là in fondo che ti aspetta, sotto le luci di un palco. 

Ti è concesso un tempo breve, non hai tutta la vita, deve essere sfruttata con astuzia, convinzione e non si deve esitare. Pena: tutto svanirà senza altre possibilità. Sali allora la scaletta che porta sul palco, ti siedi di fianco a tua figlia ed ascolti cosa devi fare. Non sei solo, hai la fortuna che ti sia spiegato il gioco. Per lei è la cosa più naturale al mondo. Per te la cosa più difficile al mondo. Per cui l'unica cosa da fare è lasciarsi andare.

Inizia la danza, la musica, il gioco, il teatro, la finzione. Fatichi all'inizio, ma ciò che desideri di più è giocare con tua figlia ed essere quello che ti ha chiesto di essere. Prima sei un gigante, poi sei un nano. Dopo sei arrabbiato e poi felice. Disegni nell'aria ad occhi chiusi qualcosa che fatichi a capire da dove lo hai tirato fuori. Ti specchi in mille immagini diverse che danzano di fronte a te come folletti in festa. Ed in fine ti muovi veloce a cercare dei ladruncoli che scappano sulle note di una melodia incalzante: "Fermi tutti siete in arresto!!!". 

Sono libero.

Mamma, Papà ... la maestra ci ha detto che l'ultima lezione di musical la facciamo assieme ad un genitore. Chi viene di voi due? 

Vengo io amore mio.

Saluti.

Simone Gavana

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venerdì 20 novembre 2015

FERMATI ... E' ORA DI RESPIRARE


E' fisiologica il tentativo di far quadrare la propria vita ...

Capita, a volte, che non si dorma per una notte.

Capita, a volte, che non si dorma per due notti di seguito.

Capita, a volte, di non riuscire a dormire per la terza notte consecutiva.

Può anche capitare che alcune giornate possano sembrare insormontabili, lunghe, interminabili, faticose, estenuanti. Ci sono quelle giornate in cui è tutto tremendamente difficile. Quelle giornate in cui tutto si somma in maniera negativa. E' probabile che cerchi di sobbarcarti tutto sulle tue spalle, che le preoccupazioni le lasci fuori dalla porta, che la fatica la accantoni nell'armadio fino a quando le ante non si riescono più a chiudere. E tu spingi per tenere tutto chiuso.

Purtroppo capita anche che una mattina ti svegli e tutto cioè che si è sommato ti aspetta fuori dalla camera da letto e presenta il suo conto. I suoni risultano ovattati; le scene confuse; le richieste si scambiano per grida; le grida diventano assordanti; la gioia è presa per confusione; l'amore per odio. E quell'impalcatura che tanto hai rafforzato per sembrare impenetrabile, per sembrare un super-eroe, per vincere davanti agli occhi increduli di chi ti ama incondizionatamente, vacilla, tentenna ed infine piano piano cade. L'impatto a terra crea un fragore assordante, poni i palmi delle mani alle orecchie per non sentire, ma non è quello che ferma tutto perché quel suono arriva direttamente al cuore e lo rende insensibile, glaciale, morto. 

Non sono onde sonore che fanno vibrare l'aria e vengono poi percepite dal canale uditivo. No, no ... è qualcosa di diverso. E' la tua anima che urla, grida disperata dentro, chiede forsennatamente aiuto. Come capirla ...!? Ma non capisci? Non vedi che ti tende una mano per aiutarti ... ? No, non lo vedi ... 

Allora non riesci più a gestire quello che ti circonda: il solo prepararsi per uscire di casa diventa un pretesto per sgridare. Una parola non spiegata un'onta da cui difendersi fino alla morte. La vendetta l'unica arma a disposizione.

E' molto semplice la spiegazione: cerchi ti far quadrare tutto, ma nella tua testa poi non torna niente. 

Allora sali in macchina. Il rumore del motore, il traffico che ti sfreccia di fianco, la radio accesa, le case che superi, il paesaggio che diventa campagna. Il tutto un sottofondo lontano che ti culla fino al lavoro. Sole, nebbia, pioggia, vento, neve ... e chi li vede? Nulla è percepibile, cerchi di comprendere cosa accade davanti a te, ma non capisci cosa stai guardando.

Scendi dalla macchina, cammini con la borsa in mano, apri la porta dell'ufficio e ti siedi davanti alla scrivania.

Solo. Silenzio. Non c'è ancora nessuno.

Gli occhi si gonfiano. Ti metti le mani in faccia, le lacrime solcano le guance, le lacrime passano tra le dita e bagnano il dorso della mano. Inumidiscono quelle mani secche. Quelle mani che ti nascondono, che ti difendono, che ti celano alla realtà. Il tutto, però, è silenzioso come se, per l'ennesima volta, non puoi, non devi, non vuoi, non riesci ... a mostrarti al mondo.

E allora l'unica via è chiedere scusa per la tua fragilità, per tua viltà, per la tua incapacità di imparare dagli errori che costantemente si ripetono, che costantemente ripeti e che ricadono sempre e solo sulla pelle di chi ti ama incondizionatamente. E tu te ne accorgi sempre dopo. Ma perché? Perché sempre dopo e mai nel momento giusto?

Come cazzo è possibile far quadrare il cerchio? Come cazzo è possibile rendere una cazzo di figura rotonda a quattro lati? Ma chi ha inventato questa stronzata? E' la più grossa puttanata che io abbia mai sentito!!! E di puttanate ne ho sentite tante nella mia vita ...

Scusatemi ... scusatemi ... è l'unica cosa che riesci a dire ... ma le scuse non servono!!! Non le voglio le tue scuse, non mi servono a niente. Servi tu!!!

Fermati ... è ora di respirare ... 

Impara a vivere con loro ... non a vivere per loro ...

Saluti.

Simone Gavana

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domenica 27 settembre 2015

100 CENTIMETRI


100 centimetri, al di là dei facili doppi sensi, è l'altezza media di un bambino di 6 anni ...

Sabato pomeriggio, classico impegno famigliare: festa dei primini della scuola elementare. La giornata si articola nei seguenti punti fondamentali (e guai a sgarrare, altrimenti pena il dover portare la giustifica lunedì mattina in quanto la giornata è vista come normale vita scolastica):

1) ritrovo presso il cortile fronte entrata elementari (30° sotto il sole con asfalto caldo sotto i piedi)
2) camminata di circa 2,5 km lungo le vie del paese (bambini per lo più in stato selvaggio che fatichi a fare stare in fila);
3) fermata di ristoro presso cascina (acqua finita, per prendere un bicchiere di té diventa necessario avere nozioni base di guerriglia urbana)
4) ritorno a scuola con spettacolo dei bimbi con genitori tenuti a debita distanza tramite transenne (tranne i soliti furbi che scavalcano e vanno a fare le foto ad un centimetro dai bambini ignorando il perimetro creato dalle maestre con un certo criterio).

A parte le solite provocazioni a cui ho abituato il mio pubblico ed i soliti facili commenti banali che ho inserito tra parentesi qua sopra, giornata bellissima. E' bello poter stare con i propri figli in certe occasioni.

Comunque stasera non volevo parlare della giornata in se, ma di altro. Sono tornato di corsa dal lavoro sabato nel primo pomeriggio, salgo in fretta in casa per sistemarmi e mettermi la prima maglietta che mi fosse capitata per le mani ... e mi sono detto: ma si tiriamo su la reflex che faccio due foto a mia moglie ed alla bimba. Ultimamente mi è salito il trip delle foto, forse mi riesce bene forse no, per fortuna a qualcuno piacciono. Comunque sono arrivato all'appuntamento a scuola con figlia e moglie e mi sono trovato una miriade di bambini che correvano e ridevano.

Come nei film, tutto al rallenti, suoni soffusi, scene estrapolate dalla realtà. E' stato quasi naturale chiedersi come fosse il mondo dalla loro realtà, dalla loro altezza. Cosa vedono i loro occhi. Noi siamo qua in alto, loro lì in basso.

Emozioni, sensazioni, gioie, dolori sono tutti proporzionati alla loro altezza. Ho cercato di ricordarmi cosa volesse dire. Non mi veniva in mente. Ho provato a capire cosa cambiasse. Non è per niente facile.

Allora ho fatto la prima cosa che sembrava sensata per percepire solo in minima parte il loro punto di vista: mi sono abbassato alla loro altezza ed ho cominciato a scattare.

Questo link è il risultato: www.behance.net/gallery/29869113/Portrait3

Se non si apre direttamente cliccandoci sopra, copiatelo ed incollatelo nel vostro browser. Teoricamente il link si dovrebbe aprire direttamente, ma io non riesco in nessuna salsa, vedete voi.

Siccome non ho fatto firmare nessuna liberatoria a nessuno, evitate di denunciarmi, ma chiedete semplicemente la rimozione della foto e sarà fatto. E visto che vorrei anche evitare facili ipocrisie, dato che riempite le pagine dei social con foto senza chiedere il permesso, godetevi i vostri figli, non li ho messi certo a scopo di lucro e neanche perché sono un porco bavoso pervertito che ha nell'armadio il classico impermeabile da maniaco. Nel caso diventassi milionario con queste quattro foto vi darò la vostra parte.

Saluti.

Simone Gavana

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lunedì 14 settembre 2015

IL SISTEMA HA FATTO UN'ALTRA VITTIMA


Era dal 31 marzo che non pubblicavo un articolo ...

Sono appena andato a riguardare la data dell'ultimo post. E' passato parecchio tempo da quando ho avuto l'ultimo spunto. E' semplice capirne il motivo: fare il genitore è un lavoro a cui ci si dedica a tempo pieno; parecchie cose da fare, impegni da seguire, figlie da ascoltare, soldi da spendere, tempo da dedicare. Non credo che la vita individuale del genitore venga annichilita, ma sicuramente viene dedicata ad un unico scopo principale. E come spesso ho affermato, siccome questa è una cosa voluta, non me ne lamento e proseguo per la mia strada. E quando il tempo lo permette ne racconto alcuni scorci, più o meno interessanti.

Ci si ritaglia dello spazio, se mamma e papà sono due persone elastiche e non hanno problemi a rimanere da soli con i propri figli mentre l'altro passa del tempo da solo per un motivo o per l'altro, ma a volte si deve lasciare indietro le cose apparentemente meno importanti o meno fondamentali. Il mio blog è una di queste cose meno fondamentali a cui ho dovuto rinunciare per un periodo abbastanza lungo. Pensavo e ripensavo a cosa scrivere, gli spunti c'erano, ma la sera è dura mettersi davanti allo schermo quando appena ci si siede "cade la palpebra". Datemi pure del vecchietto, ma voglio vedere gli altri padri se sono dei brillantoni dopo aver messo i figli a letto la sera!!!

Quindi il tempo è passato, l'ultimo anno di asilo della grande è finito, la piccola cresce ed i suoi problemi hanno alti e bassi, le vacanze sono passate ed io sono un po' cambiato nello spirito e nella mente. 

Il tempo passa senza accorgersene, classica frase fatta, ma chi è genitore sa cosa voglio dire. E come per tutte le cose ci sono delle tappe fondamentali che si affrontano regolarmente: oggi si è presentata a me ed a mia moglie una di queste tappe della vita di un figlio. Da qui lo spunto per riprendere a scrivere.

Un piccolo preambolo, pero. 

Ho sempre pensato, senza ombra di dubbio erroneamente, che la vita di un bambino fosse, diciamo, più semplice. Mamma e papà pensano a tutto, i nonni ti viziano e tu, piccolo di casa, ti devi godere la vita per quanto possibile fino a che piano piano cresci e ti stacchi dal seno materno. Niente di più falso o per lo meno parzialmente falso. In questi giorni mi sono reso conto quanto possano essere stressanti mamma e papà ed i parenti tutti. Quanto possano addossare sulle spalle di una giovane creatura aspettative, desideri o semplici pressioni anche non volute. Ed essendo generalmente un bambino una creatura non ancora smaliziata, ma quasi pura e priva di esperienza, queste cose possono creare effettivamente un forte stress che si manifesta visivamente anche con una reazione violenta e fisica. I bambini sono creature meravigliose e per questo bisogna averne cura. Al di là di questo, lo stress si è accumulato e questa notte si è sfogato con una bella pizza di vomito sul lettino, per terra ed in parte sul muro. Forse è stato un virus o forse abbiamo esagerato.

Comunque la notte è passata, ci siamo preparati, vestiti, lavati i denti ed infilata la cartella sulle spalle. Tutti in auditorium. Classe 1° E, non è la nostra. Classe 1° D, non è la nostra. Classe 1° C, finalmente è la nostra!!! Come mamma e papà. 

E' il primo giorno di scuola, la prima elementare. Alle ore 9.00 si sono spalancate le fauci della cultura italiana ed hanno inghiottito mia figlia. Il sistema ha fatto un'altra vittima. Ora tutto ha un sapore nuovo. Mia figlia è cresciuta, davvero. 

Quaderni, copertine, libri, ecc, ecc, ecc. Speriamo che il sistema non crolli, ma resista e mia figlia possa continuare a studiare come abbiamo potuto fare io, mia moglie ed altre persone. Ma sapere che la carta igienica la passa il comune e altre cose che ritenevo scontate no, ma le dobbiamo portare noi genitori un po' mi preoccupa.

Non sapevo cosa mi sarebbe aspettato portando mia figlia in classe. Ero quasi certo che mia moglie si sarebbe lasciata andare ad un pianto di gioia, ma si è trattenuta forse per colpa di una mattinata un po' di corsa. La prendo in giro per questa cosa, io non credo di essere in grado di piangere di gioia, non sono così sensibile esternamente, ma di una cosa me ne sono accorto: ero felice di vederla lì seduta al suo banco vestita nel suo grembiulino nero. Una felicità semplice ed i miei occhi erano solo per lei.

Siccome il bello deve ancora venire, faccio gli auguri a tutti i genitori che hanno iniziato oggi questo percorso assieme ai loro figli e che avranno tanti compiti a casa davanti a loro per i prossimi anni. In bocca al lupo ...

Saluti.

Simone Gavana

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martedì 31 marzo 2015

LIBERTA'


Come in volo ...

Libertà, definizione: per libertà s'intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un'azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla. Da Wikipedia, prima che qualcuno pensi di denunciarmi per plagio.

Pensate nella storia a quanto sangue è stato sparso in suo nome. Pensate a quante rivoluzioni ed insurrezioni sono scoppiate per difendere i suoi principi. A quante guerre sono state combattute sotto il suo vessillo. E quanti crimini sono stati perpetrati proteggendosi dietro questa parola. Oppure si potrebbe ricordare, da vecchi studi del liceo, quanti pensatori e filosofi ne hanno descritto le proprietà: Aristotele, Cicerone, Leibniz, Kant. Ed altri ancora.

Insomma, in una parola così semplice si possono ritrovare centinaia e migliaia di anni di storia umana. Nel bene e nel male.

Un genitore si ricorda che cos'è la libertà? Sa che cosa vuol dire agire "mediante una libera scelta"? Può decidere di "agire senza costrizioni"? Provate a pensarci ... chi di voi genitori si sente davvero libero? Chi di voi veramente pensa di non essere ormai soggiogato a quel valzer che balliamo tutti i giorni: figli, scuola, orari, impegni.

A volte mi sembra di essere Frodo Baggins che porta l'anello a Mordor. Mi sembra di avere sulle spalle un menir stile Obelix. Mi sembra di non avere le spalle abbastanza larghe. Ed ovviamente tutto per difendere la mia scelta di libertà, le mie figlie. Qualsiasi cosa, qualsiasi scelta, qualsiasi pensiero è fatto in loro funzione. Ogni decisione è presa per il loro bene. Ogni stato d'animo si riflette immancabilmente su di loro. Loro sono me ed io loro.

Sia chiaro, che nessuno pensi che io stia rinnegando la mia scelta. Nessuno creda che io abbia commesso un errore. Io mi sento padre dentro. Fermatevi, però, a riflettere un attimo. Rallentate il turbino che ci circonda per un istante. Accorgetevi, rendetevi conto di come si evolvono le scelte. Portare a danza la propria figlia: che stress. Valla a prendere a scuola, portala a danza, valla a riprendere, portala a casa, paga la retta. Quand'è lo spettacolo? No com'è possibile che l'abbia messo quel giorno! Goditi tua figlia che è felice quando danza. Mio figlio deve giocare, è più forte di quello lì. Guarda che quello gioca perché è il figlio dell'allenatore. Ecco perché. Guarda non mi interessa lo porto in una squadra più forte. Bravo, anch'io! Non sbavare sulla rete che divide il campo, a tuo figlio serve rincorrere la palla sull'erba, non essere protagonista dei tuoi sogni.

Non siamo più liberi così. Siamo schiavi. Di noi stessi e di ciò che abbiamo creato.

Le mie figlie sono in vacanza per tre settimane con mia suocera. Incredibile. E' tanto, non volevamo che le portasse via per tutto questo tempo, ma forse è stato un bene sia per me che per mia moglie. Ci mancano, tanto. Ed anche se faccio il "poliziotto cattivo" e mia moglie il "poliziotto buono" quando guardo i loro lettini vuoti so che non potrei vivere una vita senza di loro.

La loro assenza, però, mi ha fatto riscoprire tante semplici cose dimenticate. Per esempio quanto è importante ogni tanto il silenzio. Oppure una semplice pausa da tutto. Il divano anche, prima utilizzato come tappeto elastico ed adesso, anche se per breve tempo, usato per quello che è stato inventato: un mezzo per sedersi e rilassarsi.

Una cosa credo soprattutto. La mia compagna di vita. Il piacere di chiacchierare senza interruzioni. Oppure cenare assieme senza dover rincorrere le figlie in cucina, senza dover urlare, senza cibo ovunque per il pavimento. Allora le ho detto: vieni via con me, le bambine non ci sono, tua mamma non c'è, i miei genitori non ci sono. E lei mi ha risposto: andiamo.

Non vedo l'ora di abbracciare le mie figlie. Mi mancano. Ed ora credo di sapere cosa vuol dire essere liberi. Liberi di scegliere e di sostenere le proprie scelte. Loro sono le mie libertà.

Credo che vi darò la buona notte.

Saluti.

Simone Gavana

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lunedì 9 marzo 2015

SUNDAY BLOODY SUNDAY



I can't believe the news today (più che altro io non posso credere alla nottata) ... 

ORE 21.10.

Tutte e due in bagno a mettersi il pigiama con mamma e papà. Tutto tranquillo. Tutto perfetto. Un goccio di latte, un bacio della buona notte. La luce si spegne. Il silenzio. Aspetto mia moglie di ritorno dalla cameretta delle bimbe. E' arrivato il momento del meritato riposo. Incredibile: su Sky danno Beverly Hills, come non guardarlo?

ORE 21.31.

Primo colpo di tosse della grande.

ORE 21.32.

Secondo colpo di tosse della grande accompagnato da mugugnii e lamenti. Guardo mia moglie. Lei guarda me. Io: "Ha vomitato". Mia moglie: "Vado a vedere".

ORE 21.33.

Mia moglie: "Simo, vieni che ha vomitato nel lettino". Chiudo gli occhi, impreco il Signore, mi alzo e trovo la grande che sta dormendo nella pizza che ha appena prodotto nel letto. La prendo, la metto nella vasca e la lavo dalla testa ai piedi compreso di shampoo. Intanto mia moglie toglie le lenzuola sporche, prende i vestiti puliti e viene in bagno.

ORE 21.40.

La grande ritorna a letto. Ritorna la pace. Speriamo che sia finita qui. Capita, magari ha preso freddo nel pomeriggio, poi ha mangiato veloce e non ha digerito.

ORE 21.41.

Riprendiamo a vedere Beverly Hills. Mamma mia che pantaloni a vita alta e che spalline quelle giacche! Come facevamo ad avere in cameretta i poster di quelli lì?

ORE 23.25.

Ci infiliamo nel letto anche noi. 

ORE 23.27.

Primo colpo di tosse.

ORE 23.28.

Secondo colpo di tosse della grande accompagnato da mugugnii e lamenti. Guardo mia moglie. Lei guarda me. Io: "Ti prego vai a vedere e dimmi che non ha vomitato ancora". Mia moglie: "Ma và ha solo tossito". Si alza e va in cameretta.

ORE 23.29.

Mia moglie: "Simo. Ha vomitato ancora!!!". Io: "Bestemmia, bestemmia, bestemmia, beep, beep, beep!!!". Mi alzo, vado in cameretta e la vedo lì che dorme ancora come se niente fosse. La prendo, la porto in bagno e le faccio l'ennesimo bagno della giornata.

ORE 23.40.

Lavata, asciugata, vestita di nuovo, lettino rifatto. Possiamo tornare a cercare di riposare anche noi due.

ORE 00.50.

Movimento nel lettino della piccola. Altro movimento. Prima frigna, seconda frigna più forte. Mia moglie si alza, le mette in bocca il ciuccio. Tenta di tornare in camera, altri lamenti. Altri lamenti ed ancora altri lamenti.

ORE 01.05.

Nel lettone si intrufola un'intrusa. Prende possesso ovviamente del letto, ma almeno sembra calmarsi un po'. Cerchiamo di dormire, anche se in tre. 

ORE 01.07.

Spalanco gli occhi: il mandingo che abita sotto di me, come ormai capita da qualche settimana, ha deciso di far provare alla sua dolce metà le brezza di stare insieme ad un vero purosangue del sesso. Non sto a riportare i versi che emetteva lei ad ogni colpo che lui le dava e ad ogni cigolio del letto su cui, immagino, stessero consumando il loro amore o più probabilmente riprendendo le scene di un porno amatoriale di quart'ordine. 

ORE 01.08.

Di fianco a me, mia moglie mi tira un calcetto, dopo aver sentito anche lei le eroiche gesta della coppia che abita sotto di noi, come per dire: "Sentili ancora come ci danno dentro!!!". Adesso io credo che qualsiasi maschio, sposato o meno, sano di mente o no, possa comprendere cosa abbia fatto scattare in me quel calcetto. Riassumiamo: è l'una di notte passata, non ho ancora chiuso occhio, una figlia ha vomitato due volte, l'altra ha deciso improvvisamente di non dormire e di infilarsi nel lettone e come cigliegina sulla torta i due pornostar sotto di me hanno deciso di farmi intendere quanto è bello copulare senza freni inibitori. Provate ad indovinare ... 

ORE 03.20.

Dopo svariati calci e testate alla mia schiena, mia figlia si ritrova di traverso nel lettone completamente allungata. Mentre io mi sveglio con mezza testa giù dal materasso ed una posizione al limite del ricovero in traumatodologia. La cosa ha decretato la vittoria di mia figlia e la mia definitiva sconfitta.

ORE 03.22.

Mi rifugio sul mio caro divano in sala.

ORE 06.30.

Driiin. Driiin. La sveglia suona ed è ora di rialzarsi: è lunedì!!!

Ora, se vi state chiedendo cosa centra la foto dell'oblò di una lavatrice ... beh ... tutte le lenzuola ed i pigiami da cui abbiamo accuratamente tolto ogni più piccolo pezzetto di vomito dove volete che siano finiti? Saremo almeno alla terza lavatrice oggi, prodotta da questa "sunday bloody sunday".

Saluti.

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sabato 28 febbraio 2015

CARNEVALE


Febbraio, mese di coriandoli, stelle filanti, schiuma da barba e carri ...

Era impossibile non utilizzare il mese più goliardico dell'anno come spunto per quattro righe fresche fresche sul mio blog. E difatti eccomi qua a parlarvi di ciò che si cela dietro le quinte della classica famiglia medio borghese della provincia milanese durante questo periodo.

Se durante le feste di Natale non c'è tregua tra una cena, un pranzo, regali e varie scorribande tra un parente e l'altro, dopo la Befana c'è un po' di tempo per riprendersi dalla maratona post nascita del Bambinello e per pensare a come ci si dovrà addobbare per vincere il premio di maschera dell'anno. Intorno a metà gennaio incomincia il toto-vestito: topolino, minny, fatina, uomo ragno, ecc ecc ecc. Questo no, quello si, guarda su internet, sul quel sito, poi su quell'altro, poi dai cinesi, poi al negozio di giocattoli. La lista è lunga prima della decisione definitiva. Oltre ad essere lunga la ricerca, è ancora più lunga la decisione su cosa verterà la trasformazione della cara prole. E si perché ogni giorno c'è un cartone animato diverso ed un personaggio diverso da cui prendere spunto.

State pure tranquilli, alla fine scelgono. Oppure scegliete voi per loro, finché potete, così tagliate la testa al toro. 

Ovviamente come tutte le cose ci si riduce sempre, e dico sempre perché per la famiglia media è una legge non scritta, all'ultimo giorno, a volte all'ultimo istante, per prendere il vestito oppure cucirlo o scegliere cosa mettersi a carnevale. Questo comunque è un discorso più generale che meriterebbe un capitolo a parte: sempre all'ultimo giorno si riesce a portare l'avviso firmato per la scuola, sempre all'ultimo giorno si trova il regalo per Natale, all'ultima ora si cuce il vestito per la festa dell'asilo, potrei andare avanti per ore. La mia vita di genitore è costellata di ultimi minuti. Ultimamente è di moda l'ultimo minuto del pre-scuola. Paghiamo il pre-scuola dell'asilo, ma costantemente arriviamo sempre all'ultimo minuto disponibile. La mattina è un vero cinema prima di uscire da casa. E, quindi, altri soldi buttati via. E noi sempre in ritardo o sul filo del rasoio ... se no che gusto ci sarebbe?

Comunque torniamo all'argomento originale. E qui vi stupirò.

Gli obiettivi di quest'anno erano due: sfilata dei carri e festa dell'asilo. Per meglio dire, per metà vi stupirò. Il primo obiettivo è stranamente andato via liscio come l'olio. Nessun problema di scelta: Frozen. Non chiedetemi quale personaggio perché non me lo ricordo, ma la scelta è stata semplicissima. Ed indolore.

Senza volerlo abbiamo tagliato la testa al toro anche per la seconda figlia. Preso il vestito di Frozen su amazon, il caro vecchio sito di e-commerce mi ha tirato una bella fregatura. Invece di un solo vestito, me ne arrivano due. Uno per la grande ed uno con una taglia più piccola, non voluto e non ordinato. Comunque spedito e pagato ovviamente. 

Apriamo il pacco, capiamo che sono due vestiti, ci guardiamo. Ma sì, vestiamole uguali. E lì via di mille foto col telefono!!! Faccio l'alternativo ma sono anch'io dentro il sistema come tutti ...

Non tutte le ciambelle riescono col buco: il vestito da fragola per l'asilo è davvero arrivato all'ultimo istante. Tagliato, cucito ed assemblato la sera prima da mia moglie. Concluso la mattina stessa della festa con un tocco di classe da non sottovalutare.

Dentro fino al collo nel carnevale. Tutto riuscito, tutte e due contente. E noi due cotti in attesa solo del meritato riposo da condividere nel talamo coniugale.

E pensare che il carnevale non l'ho mai sopportato. Non ho mai sopportato l'idea di andare in giro ricoperto da schiuma da barba dietro ai carri. 

Le cose cambiano, le priorità sono mutevoli, la vita ti trasforma senza che tu te ne renda conto.

Saluti.

Simone Gavana

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venerdì 30 gennaio 2015

10 COSE ... FORSE NO


Gennaio avaro ...

Non che io sia Primo Levi, Dostoevskij, Calvino o qualche nuovo scrittore emergente, ma ammetto che scrivere non è sempre facile e le idee, può capitare, che spesso latitino. Questo mese è stato un po' avaro di idee; anzi, a dirla tutta ho pensato a svariati argomenti su cui scrivere. Ho anche vissuto le solite vicissitudini del padre moderno. Ho corso, ballato, sono andato a prendere le bimbe a scuola, ho giocato, ho letto 100 volte la stessa storia a mia figlia, fatto il bagnetto, asciugato capelli, pagato rette, sentito medici, prenotato visite, cambiato pannolini sporchi di cacca, dato da mangiare alla più piccola, litigato, sono stato sporcato di pappa, sono stato messo sotto dalla tre donne che ho in casa ... ed ovviamente ho trovato spazio anche per lavarmi, mangiare, lavorare, sedermi, stare con mia moglie e proseguire i miei progetti.

Niente, però, niente di niente ... nessuna idea concreta. A dire la verità di argomenti di cui discutere ce ne sarebbero a bizzeffe, a guardare l'elenco che ho fatto sopra. Comunque vuoto siderale. Nessuna idea, nessuna parola, nessuna riga scritta.

Il così detto "blocco dell'artista"!? Non lo so; forse si, ma vorrebbe dire che sono un artista o forse, più semplicemente, non essendo io un artista ma un freddo calcolatore, non ho niente per la testa di buono da scrivere. 

Allora poche ore fa mi è venuta in mente di guardare un po' su internet qualche argomento sui padri da poter commentare. Ho cercato su Google qualcosa come "10 cose che i padri non sopportano..." o "10 cose che i padri non sanno..." ... ecc ecc. Ho cercato altri argomenti sulla falsa riga di quelli riportati. Mi sono reso conto che i padri non sono molto considerati dal web nella vita dei figli. O per meglio dire, gli argomenti trattati sono molto pochi e ripetitivi. Purtroppo ho trovato spesso, invece, l'associazione padre-violenza, ma ho preferito sorvolare sull'argomento. Non ho il coraggio di leggere certe cose il venerdì sera con le mie bimbe a letto che dormono.

Poveri padri ... si sbattono, ma non sono molto considerati. A dirla tutta le mamme la fanno da padrone, pagine e pagine di forum di mamme che argomentano come dei professoroni su figli e figlie. Ed i padri? Boh... ne ho trovati pochi. 

Eppure mi sento presente nella vita della mia famiglia. Cerco di vivere le mie figlie, mia moglie. Cerco di avere una carezza per le mie bimbe sempre quando torno a casa dal lavoro. Stanco o meno che sia. Cerco sempre di tenerle in braccio un poco, anche se ho solo le forze mentali per poter mettermi il pigiama e sdraiarmi sul letto. Cerco di essere un padre moderno?! Ma che cazzo vuol dire!?!?

Forse no ...

Le guardo, crescono, fanno passi da gigante ed a me sembra di non fare niente per loro. Mi sembra di essere sempre troppo stanco per quegli occhi. Mi sembra sempre di essere troppo nervoso per giocare con loro. Mi sembra di avere sempre troppi pensieri per riuscire a fotografare quegli attimi che sfuggono via inesorabilmente. Mi sembra di avere sempre troppe idee per la testa per poter condividere i loro pensieri così semplici, ma così veri.

Evito di parlare di mia moglie ... lì sono un disastro ...

La verità!? Ho paura. 

Le idee c'erano, gli argomenti pure, ma la stanchezza è tanta. Dov'è la semplicità di vivere felicemente noi quattro assieme? Cerco avidamente una tranquillità che non riesco a trovare e loro crescono. Ed io ho paura di lasciarle scappare senza fare niente di quello che dovrei fare.

La verità è che sono padre, marito e uomo, ma le paure sono quelle di un pivello. 

Alla fine le parole sono arrivate, ma il titolo centra poco.

Saluti.

Simone Gavana

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