domenica 27 settembre 2015

100 CENTIMETRI


100 centimetri, al di là dei facili doppi sensi, è l'altezza media di un bambino di 6 anni ...

Sabato pomeriggio, classico impegno famigliare: festa dei primini della scuola elementare. La giornata si articola nei seguenti punti fondamentali (e guai a sgarrare, altrimenti pena il dover portare la giustifica lunedì mattina in quanto la giornata è vista come normale vita scolastica):

1) ritrovo presso il cortile fronte entrata elementari (30° sotto il sole con asfalto caldo sotto i piedi)
2) camminata di circa 2,5 km lungo le vie del paese (bambini per lo più in stato selvaggio che fatichi a fare stare in fila);
3) fermata di ristoro presso cascina (acqua finita, per prendere un bicchiere di té diventa necessario avere nozioni base di guerriglia urbana)
4) ritorno a scuola con spettacolo dei bimbi con genitori tenuti a debita distanza tramite transenne (tranne i soliti furbi che scavalcano e vanno a fare le foto ad un centimetro dai bambini ignorando il perimetro creato dalle maestre con un certo criterio).

A parte le solite provocazioni a cui ho abituato il mio pubblico ed i soliti facili commenti banali che ho inserito tra parentesi qua sopra, giornata bellissima. E' bello poter stare con i propri figli in certe occasioni.

Comunque stasera non volevo parlare della giornata in se, ma di altro. Sono tornato di corsa dal lavoro sabato nel primo pomeriggio, salgo in fretta in casa per sistemarmi e mettermi la prima maglietta che mi fosse capitata per le mani ... e mi sono detto: ma si tiriamo su la reflex che faccio due foto a mia moglie ed alla bimba. Ultimamente mi è salito il trip delle foto, forse mi riesce bene forse no, per fortuna a qualcuno piacciono. Comunque sono arrivato all'appuntamento a scuola con figlia e moglie e mi sono trovato una miriade di bambini che correvano e ridevano.

Come nei film, tutto al rallenti, suoni soffusi, scene estrapolate dalla realtà. E' stato quasi naturale chiedersi come fosse il mondo dalla loro realtà, dalla loro altezza. Cosa vedono i loro occhi. Noi siamo qua in alto, loro lì in basso.

Emozioni, sensazioni, gioie, dolori sono tutti proporzionati alla loro altezza. Ho cercato di ricordarmi cosa volesse dire. Non mi veniva in mente. Ho provato a capire cosa cambiasse. Non è per niente facile.

Allora ho fatto la prima cosa che sembrava sensata per percepire solo in minima parte il loro punto di vista: mi sono abbassato alla loro altezza ed ho cominciato a scattare.

Questo link è il risultato: www.behance.net/gallery/29869113/Portrait3

Se non si apre direttamente cliccandoci sopra, copiatelo ed incollatelo nel vostro browser. Teoricamente il link si dovrebbe aprire direttamente, ma io non riesco in nessuna salsa, vedete voi.

Siccome non ho fatto firmare nessuna liberatoria a nessuno, evitate di denunciarmi, ma chiedete semplicemente la rimozione della foto e sarà fatto. E visto che vorrei anche evitare facili ipocrisie, dato che riempite le pagine dei social con foto senza chiedere il permesso, godetevi i vostri figli, non li ho messi certo a scopo di lucro e neanche perché sono un porco bavoso pervertito che ha nell'armadio il classico impermeabile da maniaco. Nel caso diventassi milionario con queste quattro foto vi darò la vostra parte.

Saluti.

Simone Gavana

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lunedì 14 settembre 2015

IL SISTEMA HA FATTO UN'ALTRA VITTIMA


Era dal 31 marzo che non pubblicavo un articolo ...

Sono appena andato a riguardare la data dell'ultimo post. E' passato parecchio tempo da quando ho avuto l'ultimo spunto. E' semplice capirne il motivo: fare il genitore è un lavoro a cui ci si dedica a tempo pieno; parecchie cose da fare, impegni da seguire, figlie da ascoltare, soldi da spendere, tempo da dedicare. Non credo che la vita individuale del genitore venga annichilita, ma sicuramente viene dedicata ad un unico scopo principale. E come spesso ho affermato, siccome questa è una cosa voluta, non me ne lamento e proseguo per la mia strada. E quando il tempo lo permette ne racconto alcuni scorci, più o meno interessanti.

Ci si ritaglia dello spazio, se mamma e papà sono due persone elastiche e non hanno problemi a rimanere da soli con i propri figli mentre l'altro passa del tempo da solo per un motivo o per l'altro, ma a volte si deve lasciare indietro le cose apparentemente meno importanti o meno fondamentali. Il mio blog è una di queste cose meno fondamentali a cui ho dovuto rinunciare per un periodo abbastanza lungo. Pensavo e ripensavo a cosa scrivere, gli spunti c'erano, ma la sera è dura mettersi davanti allo schermo quando appena ci si siede "cade la palpebra". Datemi pure del vecchietto, ma voglio vedere gli altri padri se sono dei brillantoni dopo aver messo i figli a letto la sera!!!

Quindi il tempo è passato, l'ultimo anno di asilo della grande è finito, la piccola cresce ed i suoi problemi hanno alti e bassi, le vacanze sono passate ed io sono un po' cambiato nello spirito e nella mente. 

Il tempo passa senza accorgersene, classica frase fatta, ma chi è genitore sa cosa voglio dire. E come per tutte le cose ci sono delle tappe fondamentali che si affrontano regolarmente: oggi si è presentata a me ed a mia moglie una di queste tappe della vita di un figlio. Da qui lo spunto per riprendere a scrivere.

Un piccolo preambolo, pero. 

Ho sempre pensato, senza ombra di dubbio erroneamente, che la vita di un bambino fosse, diciamo, più semplice. Mamma e papà pensano a tutto, i nonni ti viziano e tu, piccolo di casa, ti devi godere la vita per quanto possibile fino a che piano piano cresci e ti stacchi dal seno materno. Niente di più falso o per lo meno parzialmente falso. In questi giorni mi sono reso conto quanto possano essere stressanti mamma e papà ed i parenti tutti. Quanto possano addossare sulle spalle di una giovane creatura aspettative, desideri o semplici pressioni anche non volute. Ed essendo generalmente un bambino una creatura non ancora smaliziata, ma quasi pura e priva di esperienza, queste cose possono creare effettivamente un forte stress che si manifesta visivamente anche con una reazione violenta e fisica. I bambini sono creature meravigliose e per questo bisogna averne cura. Al di là di questo, lo stress si è accumulato e questa notte si è sfogato con una bella pizza di vomito sul lettino, per terra ed in parte sul muro. Forse è stato un virus o forse abbiamo esagerato.

Comunque la notte è passata, ci siamo preparati, vestiti, lavati i denti ed infilata la cartella sulle spalle. Tutti in auditorium. Classe 1° E, non è la nostra. Classe 1° D, non è la nostra. Classe 1° C, finalmente è la nostra!!! Come mamma e papà. 

E' il primo giorno di scuola, la prima elementare. Alle ore 9.00 si sono spalancate le fauci della cultura italiana ed hanno inghiottito mia figlia. Il sistema ha fatto un'altra vittima. Ora tutto ha un sapore nuovo. Mia figlia è cresciuta, davvero. 

Quaderni, copertine, libri, ecc, ecc, ecc. Speriamo che il sistema non crolli, ma resista e mia figlia possa continuare a studiare come abbiamo potuto fare io, mia moglie ed altre persone. Ma sapere che la carta igienica la passa il comune e altre cose che ritenevo scontate no, ma le dobbiamo portare noi genitori un po' mi preoccupa.

Non sapevo cosa mi sarebbe aspettato portando mia figlia in classe. Ero quasi certo che mia moglie si sarebbe lasciata andare ad un pianto di gioia, ma si è trattenuta forse per colpa di una mattinata un po' di corsa. La prendo in giro per questa cosa, io non credo di essere in grado di piangere di gioia, non sono così sensibile esternamente, ma di una cosa me ne sono accorto: ero felice di vederla lì seduta al suo banco vestita nel suo grembiulino nero. Una felicità semplice ed i miei occhi erano solo per lei.

Siccome il bello deve ancora venire, faccio gli auguri a tutti i genitori che hanno iniziato oggi questo percorso assieme ai loro figli e che avranno tanti compiti a casa davanti a loro per i prossimi anni. In bocca al lupo ...

Saluti.

Simone Gavana

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