venerdì 25 dicembre 2015

LUCI SUL PALCO



L'insonnia ti accompagna come un'amica fedele ...

Non sentite la morsa della vita sul collo? Non molla il colpo. Non abbassa gli occhi. Ghigna, ride, ti sbeffeggia. Ti guarda con le braccia tese e le mani cinte alla tua giugulare: stringe, soffochi, molla. Un sospiro di sollievo. Ride. Le sue mani stringono, soffochi, molla ancora la presa. Preghi che sia l'ultima volta. Quella tortura è destinata ai dannati dell'inferno, non a te. Chi l'ha fatta entrare in casa tua? Chi ha permesso che diventasse lei la padrona della tua vita? 

Il cuscino ed il letto diventano un campo di battaglia. Sbuffi, ti giri, ti rigiri. Apri gli occhi, chiudi gli occhi. Guardi l'ora, il tempo si ferma. Anche lui ti è nemico. Ti permette solo di pensare. Pensare. Pensare. Ti concede l'unica libertà di stringerti le mani in testa per cercare di fermare il trambusto che ti sballotta il cervello. Non puoi. Non ora.

Odi come ogni pensiero sia sempre lì pronto prenderti a calci, a farti capire da quanto non sei più bambino. A ricordarti che non puoi essere debole. A ricordarti che prima o poi i minuti scorrono e che le tue spalle possenti si dovranno alzare a sorreggere il tuo mondo. 

Lo fai. 

Cerchi fino allo stremo delle forze quel bambino che non c'è più. Cerchi il desiderio di giocare. Cerchi i pensieri liberi di essere quello che più vuoi. Cerchi la semplicità delle cose. Vuoi liberarti di quelle catene che ti legano le caviglie da troppo tempo. Quel suono di ferraglia che senti quando cammini è diventato insopportabile. Ti fanno inciampare e non ti permettono di correre. Libero.

Dov'è la mia seconda possibilità? Me la sono già giocata? Vuoi dire che mi è già stata concessa e non me ne sono accorto? Sono così stupido? Così ignorante? Ho i brividi, non posso crederci. Non voglio crederci.

No, tutti hanno una seconda possibilità ed io non me la faccio sfuggire.

Arriva quando tua figlia ti prende per mano e ti dice: "Papà vieni con me. Seguimi nel mio mondo. Gioca con me".

Allora con le gambe tremanti come se fosse un gesto insormontabile attraversi l'ingresso di un piccolo teatro di paese dove una maestra di musical attende i suoi piccoli allievi ed i loro genitori. 

La seconda possibilità è là in fondo che ti aspetta, sotto le luci di un palco. 

Ti è concesso un tempo breve, non hai tutta la vita, deve essere sfruttata con astuzia, convinzione e non si deve esitare. Pena: tutto svanirà senza altre possibilità. Sali allora la scaletta che porta sul palco, ti siedi di fianco a tua figlia ed ascolti cosa devi fare. Non sei solo, hai la fortuna che ti sia spiegato il gioco. Per lei è la cosa più naturale al mondo. Per te la cosa più difficile al mondo. Per cui l'unica cosa da fare è lasciarsi andare.

Inizia la danza, la musica, il gioco, il teatro, la finzione. Fatichi all'inizio, ma ciò che desideri di più è giocare con tua figlia ed essere quello che ti ha chiesto di essere. Prima sei un gigante, poi sei un nano. Dopo sei arrabbiato e poi felice. Disegni nell'aria ad occhi chiusi qualcosa che fatichi a capire da dove lo hai tirato fuori. Ti specchi in mille immagini diverse che danzano di fronte a te come folletti in festa. Ed in fine ti muovi veloce a cercare dei ladruncoli che scappano sulle note di una melodia incalzante: "Fermi tutti siete in arresto!!!". 

Sono libero.

Mamma, Papà ... la maestra ci ha detto che l'ultima lezione di musical la facciamo assieme ad un genitore. Chi viene di voi due? 

Vengo io amore mio.

Saluti.

Simone Gavana

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