giovedì 27 febbraio 2014

LA NOTTE PORTA CONSIGLIO


Credo sinceramente che questo detto non sia stato pensato da un genitore ... 

Fino all'età di 26-27 anni ho sempre pensato che le ore notturne della giornata fossero destinate a riposare, magari nel week-end a divertirsi un po' per poi tornare a casa e "morire" letteralmente tra le coperte. Svegliandosi, probabilmente il giorno dopo, con un gran mal di testa dovuto chissà a quali sostanze. Diciamo così: la nascita della primogenita ha cambiato radicalmente le mie credenze.

Alla nascita della prima figlia ho avuto una rivelazione: il giorno non è formato da 13-14 ore, ma bensì da 24 ore. Sembra la scoperta dell'acqua calda, ma non pensavo che si potesse sfruttare tutta la giornata. E le ore della notte spesso e volentieri sono le più movimentate con dei figli piccoli. Successivamente, la nascita della seconda figlia ha confermato ulteriormente queste ipotesi.

Nell'ordine ho conosciuto pianti, grida, fame, coliche, vomito, febbre, pannolini sporchi, capricci, crisi isteriche notturne e risvegli ogni ora ... se ho dimenticato qualcosa aggiungete pure. 

Mi sono anche reso conto che durante la notte l'umore di una persona, intorno alle 3-4 del mattino, dopo ore con un bebè in braccio che grida e con notti insonni addietro, muta radicalmente rispetto a quello che poteva essere appena tornato a casa dal lavoro. Sono di gente che urla, bestemmia, picchia i pugni contro l'armadio, solo per sfogare il nervosismo che si crea. Io personalmente presento due facce della medaglia. Una che si può definire buona ed una che si può definire cattiva.

Notte buona: necessaria sostanzialmente per salvare le mie figlie dalle grinfie di mia moglie che ha la sua notte cattiva. Nella notte buona mi sento un buon padre, riesco a resistere ad ore di pianti isterici dovuti a chissà quali coliche o crisi da bimbo piccolo o capricci di bimbi più grandi. Mi estraneo letteralmente dal pianto, cullo le figlie e riporto la pace in famiglia. Un vero super-eroe; come tale, il giorno dopo, ricevo i complimenti dalla consorte.

Notte cattiva: fatta per dormire sul divano in sala, in modo da salvare le mie figlie da me stesso aiutato dalla notte buona di mia moglie. Ecco, nella notte cattiva il nervosismo cresce in maniera esponenziale ad ogni pianto tanto che potrei distruggere qualsiasi cosa mi capita per le mani per sfogare la rabbia che si accumula inesorabilmente. Non me ne vogliano i perbenisti o gli psicologi, ma ho vivo nella mente il ricordo di due notti cattive.

La prima è successa quando la figlia grande aveva forse poco più di un paio di mesi. Era il periodo che si svegliava e gridava piangendo per 2/3 ore di fila, magari fino alle 6 del mattino. Mentre la cullavo cercando di farla smettere, mi sono accorto di starla letteralmente per stritolare tra le mani. Dopo questo attimo di follia, la lucidità è tornata immediatamente. Rimessa nella culla, sono corso a letto abbastanza scosso dalla cosa. La mattina seguente, non so a risolvere che cosa, mentre la piccola dormiva nella culla le ho chiesto scusa. 

La seconda è accaduta sempre con la prima figlia. Non ricordo il periodo, era comunque piccola non credo arrivasse all'anno di vita. Dopo un po' che piangeva nel lettino e noi facevamo finta di niente nella speranza che si riaddormentasse da sola, sono scattato su dal letto dicendo: "Adesso vado di là e la ammazzo, così almeno in galera posso dormire!". Mia moglie mi ha letteralmente placcato.

Con la seconda figlia non è ancora uscito il serial killer, mi limito a sfogarmi con qualche parolaccia. Ammetto che odiamo, si anche mia moglie li odia, quei bimbi che appena nati dormono già 12 ore di fila. A noi non è mai capitato.

Dopo certe esperienze mi sono reso conto di non biasimare più i genitori protagonisti di quelle storie tragiche che ogni tanto si sentono al telegiornale o si leggono sui giornali. Ci vuole proprio poco per perdere la testa, soprattutto dopo notti e notti che non si dorme e magari con un carattere un po' instabile o depresso. Non voletemene, ma io la penso così ... a volte i figli ti portano alla follia.

A me, comunque, la notte non ha mai portato consiglio.

Dedicato a tutti quei padri che sanno cosa vuol dire quello che ho scritto. 

Simone Gavana

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lunedì 24 febbraio 2014

DERMATITE ATOPICA


Direi di cominciare da qui ...


"La dermatite atopica è una sindrome multifattoriale a trasmissione autosomico recessiva, associata ad altre malattie atopiche come renite allergica, asma, orticaria, congiuntivite allergica e gastroenteriti allergiche. Nella patogenesi della malattia intervengono fattori immunologici e non immunologici. I primi sono costituiti da allergeni alimentari, inalanti o da contatto, i secondi da irritanti esterni, infezioni, disturbi neurovegetativi, disturbi del metabolismo lipidico, sudorazione e stress. [...]" (fonte Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Dermatite_atopica).

Credo che sui libri di medicina si inizi così a descrivere questa malattia; in realtà ai genitori queste parole poco importano o comunque non le reputino di fondamentale importanza, ma saranno sicuramente state lette in quella fase di ricerca e lettura spasmodica di pubblicazioni su internet per comprendere questa malattia. Quello che importa è ciò che fa sia al figlio che alla vita di coppia.

Io, come mia moglie, siamo dentro questo vortice da circa metà dicembre dell'anno scorso. Su nostra figlia, la seconda, ad un certo punto sono spuntate macchie sia sul viso che sul resto del corpo; direi intorno ai 5 mesi di vita. Piano piano, giorno dopo giorno si è riempita: viso, petto, schiena, gambe e braccia fino ad arrivare ad una situazione di completa depitelizzazione, come ci hanno detto in ospedale. Durante le vacanze di Natale siamo rimbalzati tra pediatra e pronto soccorsi vari. La diagnosi: dermatite atopica. Pomate, non pomate, cortisone, non cortisone. Di sicuro su cosa fare molto poco, soprattutto in attesa di una visita da uno specialista serio: durante le vacanze di Natale chi vuoi che te la guardi?

Di certo che cosa? Notti insonni, la bimba agitatissima, la prima figlia che accusa il colpo anche lei ... e noi molto molto preoccupati. I pensieri che ti passano per la testa sono infiniti. Dal cercare di restare col morale alto, alle giornate di completo sconforto vedendo la bimba peggiorare, al silenzio immersi nei pensieri. La prima cresce con le sue esigenze, la seconda con questa malattia. Il tempo passa e tu non ti accorgi che la piccola ha anche cominciato a stare seduta da sola. Per fortuna che ride sempre.

Prima visita con uno specialista, consigliato. Non avendo esperienza ti fai suggerire da chi ci è già passato. Devo dire che ci ha infuso un po' di fiducia. Niente cortisone, meno male era comunque uno spauraccio per noi. La bimba sembra migliorare piano piano, ma ad un certo punto tutto torna buio e siamo costretti a ricoverarla in ospedale. 

Intanto scopriamo da esami del sangue a quante cose è allergica. Ci prendono in cura dove l'hanno ricoverata, in un nuovo "laboratorio" di allergo-dermatologia. Tanta professionalità e, soprattutto, umanità. Quello che fa ridere è che tutti i primari che la vedono le fanno delle foto chiedendoci se possono farle vedere ai loro studenti. Fate pure rispondiamo. A seguire dieta, o per meglio dire, ci spiegano cosa può e non può mangiare. Questo da parte allergologica. E cortisone per il momento, a scalare per bocca e poi un po' di crema. Prima tanto, poco sempre meno fino ad eliminarlo. Ecco che ritorna lo spauracchio e quella sensazione di fare più male che bene alla piccola. Ma era troppo conciata per smaltire la dermatite solo con una dieta disintossicante. In circa un mese dovrebbe smaltire le tossine accumulate a causa degli alimenti di cui è allergica e che hanno fatto aumentare la dermatite (latte in primis ...); chiuso l'uso del cortisone si vedrà cosa fa la dieta.

La bimba ovviamente migliora: dal doverla tenere nel lettone fermandole gambe e braccia a causa del fastidio che le procurava sia il prurito che le allergie agli alimenti a farla dormire quasi tranquillamente del suo lettino. Forse è un discorso egoistico, ma anche noi respiriamo. Del resto siamo fatti di carne ed ossa, non siamo dei robot.

Oggi era l'ultimo giorno di cortisone per bocca e nelle prossime due settimane dobbiamo usare solo 4 volte una crema. La terapia sta volgendo al termine, vedremo se, da oggi, combattendo le allergie vinceremo la dermatite. 

Intanto un po' di paura c'è ...

Simone Gavana

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