giovedì 17 luglio 2014

GENITORI PARTE 3


Stasera avrò un interlocutore per proseguire la mia analisi...

Coscienza: "Sono giorni che aspetto ... è ora di rispondere".

Io: "Sono giorni che passo oltre ... ma stasera ti risponderò".

Coscienza: "Sarà difficile".

Io: "Lo so".

Coscienza: "Chi sei?".

Io: "Un uomo".

Coscienza: "Puoi fare di meglio ... chi sei?".

Io: "Un uomo ... un ragazzo ... un padre ... un marito".

Coscienza: "Facili i prime tre ... Dimmi cosa vuol dire essere marito?".

Io: "Credo che definirlo mi potrebbe far scadere nella retorica o nei soliti luoghi comuni. Forse, però, se sono comuni vuol dire che sono condivisibili con altri e non sono tanto marginali o da tralasciare. Potrei partire da lì non credi?".

Coscienza: "Non giraci attorno ... cosa vuol dire essere marito?".

Io: "Ho il vuoto in testa, sono stanco. Mi sforzerò. Riassumendo le mille sfaccettature, credo che la parola più adatta sia condividere".

Coscienza: "Continua...".

Io: "Un uomo ed una donna (non me ne voglia chi pensa la coppia in maniera anche diversa) condividono un'esperienza. Condividono delle scelte. Condividono una famiglia. Condividono una casa. Condividono delle gioie. Condividono dei dolori".

Coscienza: "Parlami delle gioie".

Io: "Rischio sempre di scadere nel retorico. Potrei parlarti del giorno del matrimonio, di quello del parto, delle bimbe. Meravigliose, ma ovvie non credi? Ti parlo di oggi, di ieri, di questo mese, di questo anno. Sono stanco, deluso, in ricerca di qualcosa che cambi. Esci di casa e la giornata potrebbe diventare nera di colpo. Torni a casa. Sali le scale. Senti qualche urla uscire dalla porta. Sorridi. Apri la porta. Ciao papà. Un bacio. Una che ti corre incontro gattonando. Un altro bacio. Non ricordo più il nero che ho lasciato fuori dalla porta".

Coscienza: "Non capisco".

Io: "Sapere che ci sono è la gioia da condividere".

Coscienza: "Parlami del dolore".

Io: "Ne ho già parlato tempo addietro. Mi sembrava più che chiaro. Ti ripeto sono stanco. Non me la sento di stare male ancora. Passiamo oltre".

Coscienza: "Parlami delle scelte".

Io: "Ce ne sono state talmente tante che ad elencarle ci vorrebbe un mese. La scelta più drastica sono stati di sicuro i figli. Hanno cambiato la vita di coppia, non posso negarlo. E' comunque una frase che potresti sentire da qualsiasi altro genitore. Ci hanno tolto tempo per noi come singoli e per noi come coppia. Lo sapevamo, lo abbiamo fatto".

Coscienza: "Perché lo avete fatto?".

Io: "Inizialmente l'incoscienza ha prevalso. Nel secondo caso ci mancava qualcosa. Mi ricordo che quando mia moglie mi ha detto che era incinta ci siamo seduti sul divano e per un tratto è come se la vita ci fosse crollata davanti. Ci siamo resi conto che nulla sarebbe stato più come prima. Ripeto nel primo caso ci ha mosso un po' di incoscienza e lo abbiamo fatto".

Coscienza: "Parlami degli errori".

Io: "Che abbiamo fatto come coppia o io come marito?".

Coscienza: "Tu come marito".

Io: "Non accorgermi di tante cose ... ed essermi dimenticato un compleanno ... ehehe. A parte gli scherzi credo che tra gli errori più grandi che un marito possa fare è non rendersi conto di chi si ha davanti in un determinato momento. Delle esigenze e dei cambiamenti. Mi sono reso conto che le persone cambiano nel corso del tempo, lo stesso vale per tua moglie. Ed anche per me sia chiaro. Ogni cambiamento è dovuto a qualcosa, quindi, ad una reazione a qualcosa. Bisogna capire quel qualcosa e non pensare di tralasciarlo perché potrebbe essere un grosso errore. Mia moglie ha le sue esigenze come donna ed il mio compito è capirle e non pensare che debbano essere messe in secondo piano. Sia chiaro, lo stesso lo pretendo da lei".

Coscienza: "Siete innamorati?".

Io: "Si".

Coscienza: "Come fai a dirlo così?".

Io: "Lo so".

Coscienza: "Ci sono stati periodi di buio?".

Io: "Se per buio intendi brutto o difficili ovviamente si. Adesso sono passati".

Coscienza: "Qual è stata la cosa più difficile?".

Io: "Rimanere uniti. Adesso sparisci sono stanco".

Saluti.

Simone Gavana

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martedì 1 luglio 2014

GENITORI PARTE 2


Proseguiamo sulla mia analisi ...

Ho aspettato un po' prima di pubblicare un altro articolo perché ero indeciso su alcuni argomenti da trattare. Avevo in mente di scrivere su come mi rapporto con le figlie, poi del rapporto tra marito e moglie, poi di altre cose che non ho ben definito in queste due settimane. Alla fine lo spunto mi è venuto da questi tre giorni passati in montagna con le mie donne. Parliamo di vacanze.

Come vi rapportate con le vacanze? Le vivete serenamente o come un'incognita? Avete paura di avere i vostri figli attaccati 24 ore su 24? Siete felici in vacanza coi vostri figli e mogli? Magari a qualcuno che non è genitore potrebbero sembrare le domande di uno squilibrato. Magari qualche genitore non se le pone neanche queste domande. Magari qualcuno se le pone e si da anche delle risposte o perlomeno ci prova. Secondo me non sono tanto scontate e sono degne di una piccola riflessione in questa pagina. 

Vi racconto come le vivo io.

Lasciando stare le classiche vacanze di agosto, quando decido di andare via per qualche giorno a giugno è perché ho bisogno di staccare dal mondo che mi circonda. Sto raggiungendo il limite umanamente sopportabile e mi devo rilassare in qualche posto lontano. La prima cosa da fare è cercare: dove poter andare? La seconda domanda da porsi è: dove poter andare per far divertire e non far annoiare le bambine. 

Come vedete sono partito dal "mi devo rilassare" e sono già arrivato al "devo cercare qualcosa per le bambine". Il "mi devo rilassare" è già passato in secondo piano. Una volta genitori lo si è in ogni cosa. Scelto il posto, condiviso con la consorte, prima di partire ovviamente devono passare i giorni che mi separano dalla partenza. Li vivo in grande attesa. Quest'anno mi sono reso conto che non vedevo l'ora di andare via con le mie donne. Il "mi devo rilassare" è passato dal "cercare qualcosa per le bambine" fino al "non vedo l'ora di passare del tempo con le bambine e mia moglie". In poche parole, pochi pensieri, mi rendo conto come il ruolo di genitore, di padre, è ormai più che mai vivo in me. 

Per un paio di giorni si pensava di non partire più perché, forse, le bimbe vanno al mare con la nonna. Davvero? Allora relax vero a casa: io e mia moglie!!! Invece no. Quando mia moglie mi ha detto questo ci sono rimasto male. Mi stava già mancando qualcosa. Il viaggio con la nonna salta e noi partiamo.

Il giorno della partenza sento sempre un po' di nervosismo. Sarà il pensiero del viaggio, forse, comunque sono sempre un pochino agitato. Si prepara le valigie la sera prima di partire ed il giorno dopo le si carica la macchina.

Mamma mia quante cose si devono sempre portare!!! Siamo in quattro e sembra che vanno via in dodici.

Vai a prendere la piccola dalla nonna. Recupera la grande dall'asilo. Pronti. Partenza. Via. Solito giro di valzer. Solito turbinio di eventi.

Il viaggio: ecco la vera incognita. Dormiranno? Saranno sveglie? Quando arriviamo? Pianto! Siamo arrivati? Pianto! Manca ancora tanto? Pianto! Questa è la vera prova: il viaggio, sia di andata ma anche quello di ritorno. Se si supera indenni questo momento è già una buona cosa. Se dormono per tutto il viaggio sei salvo. Se si lamentano sei fregato: la testa ti esplode e la pancia ti brontola dal nervosismo. In questa piccola vacanza siamo stati fortunati, sia la grande che la piccola hanno dormito. L'anno scorso, al ritorno dal mare, la piccola ha pianto ininterrottamente per quasi due ore. Uno strazio. Uno dei cento ricordi da eliminare dalla mia mente. Sarà forse il fatto che sia io che mia moglie siamo saturi, ma quando c'è quel pianto continuo che non si vuole placare ho istantaneamente voglia di fermare la macchina, scendere, correre il più lontano possibile ed urlare come un pazzo per sfogarmi. 

Piccoli incidenti di percorso, capita.

E mentre dormono, compresa mia moglie, c'è quel momento di libertà della mente che solo il viaggio ti dà. Vedi scorrere il paesaggio, non pensi, ti godi il momento. Ogni tanto ti giri a verificare che tutto sia sotto controllo. Nessuno fiata, tutti dormono. Gli unici rumori sono le auto che sorpassi o che ti sorpassano. Allora quel momento di relax che cercavi prima di partire sta arrivando, pochi istanti, ma tutti di guadagnato.

Piccoli movimenti, qualche piccolo vagito ... il relax è terminato. Siamo quasi arrivati a destinazione. Sorridi, torniamo a fare il padre.

Proseguirò la prossima volta.

Saluti.

Simone Gavana

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