venerdì 13 giugno 2014

GENITORI PARTE 1


Lo psicologo prima di analizzare il paziente deve essere analizzato a sua volta ...

Qualche giorno fa la madrina di mia figlia, di cui io sarei anche il testimone di nozze, mi ha esplicitamente richiesto di essere citata in queste quattro righe che scrivo un paio di volte al mese. Non so fino a che punto seriamente o per scherzo; devo essere sincero, per come la conosco, è piuttosto facile che sia stata seria. Ovviamente per dispetto non la nomino, ma la cosa mi ha dato spunto per questo post e fortunatamente per altri.

La prima riga è molto esplicativa dei concetti su cui vorrei concentrarmi stasera: ad un certo punto, dopo qualche articolo su vari argomenti della vita da genitore, è giunto il momento che l'analisi sia concentrata sullo scrittore, sia come genitore che come persona. Gli argomenti sono vari e molteplici, oggi mi sta particolarmente a cuore cominciare da una fonte inesauribile di risorse: l'amicizia.

Ne parlerò in un paio di modi.

Figli, scuola, lavoro, matrimonio, preoccupazioni. Tutto rende la vita molto difficoltosa, veloce, caotica, disarticolata. Quel valzer di cui parlavo in un post precedente, ci spossa, ci rende nervosi, ci fa dimenticare chi siamo, alienati ad essere i genitori perfetti che i nostri figli meritano. Fermiamoci, stop: lasciamo per un attimo tutto lì immobile. Non dico di dimenticarlo, ma di fermarlo, renderlo statico per un istante. Noi siamo prima di tutto uomini e donne, ragazzi cresciuti per forza con coraggio, persone con passioni, con un passato da non dimenticare, da non rinnegare, da valorizzare. Da valorizzare per rendere il futuro dei nostri figli significativo. Le esperienze servono. Non dico che la vecchiaia porti saggezza. Non so se mia nonna sia più saggia di me che ho quarant'anni in meno. So, però, che ha più esperienza. 

Ed in questa esperienza, fra le tante cose, una fra tutti spicca; una fra tutti deve essere conservata. E' l'amicizia. Deve essere conservata anche in casi estremi, anche se la famiglia ha il predominio sul resto. L'amicizia di persone come me, come la mia amica, rende il genitore più completo. Non ci lascia soli, permette ai nostri figli di crescere seguiti e curati. Permette a noi, genitori maldestri ed indaffarati, di trasmettere al nostro futuro valori e regole con poco sforzo. 

Lo racconta uno che ha perso un sacco di amici e che ogni giorno ringrazia ancora, chiamiamolo Dio, Fato, chissà cosa, di poter essere circondato da quelle persone con cui è cresciuto. Quelle persone che lo hanno portato a casa più di una volta di venerdì e sabato sera. Lo racconta uno che ha passato momenti in cui aveva paura dell'amicizia. 

Quindi, a questo punto, la questione di riflesso si ribalta sui nostri figli e sulle loro amicizie. 

Fidarsi o non fidarsi, questo è il problema. Ricordatevi chi eravate, cosa facevate. Ricordatevi le vostre serate. Io ho avuto i capelli viola e 3 piercing. Ad un certo punto del mio percorso mi sono laureato in ingegneria. Esattamente l'opposto della prima versione di me stesso. Mi ritengo un idiota per quello che ho fatto? Penso che non lo rifarei? Rifarei tutto. E tutto quello che ho fatto l'ho sempre fatto con coscienza. Certo la coscienza di un ragazzo di vent'anni, ma avendo alle spalle l'esperienza dei miei genitori. Sapendo a cosa andavo incontro, ai pericoli, ai rischi. Ho sperimentato, mi sono divertito. E sono diventato padre.

Il concetto è semplice: preoccuparsi è normale ed è giusto. Il mondo in cui viviamo è ingiusto, ma non è così marcio fino in fondo. La cosa che credo sia giusta da fare sia solo una: parlate coi vostri figli, educateli al mondo ed a ciò che c'è fuori. Siate sinceri con loro, con i giusti tempi e le giuste parole. Non preoccupatevi di quando e come, saranno i vostri figli a dettare i tempi. Rendeteli uomini e donne come i vostri genitori hanno fatto con voi. Permettete ai loro amici di renderli persone uniche come i nostri amici hanno fatto con noi. Metteteli in guardia da ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ormai lo sappiamo.

E soprattutto permettete voi stessi di passare qualche sera senza i vostri figli, ma solo in amicizia.

Saluti.

Simone Gavana

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giovedì 5 giugno 2014

PICCOLI CAMPIONI


L'agenda si riempie di impegni ...

Arriva il momento in cui anche i figli cominciano ad intraprendere le loro attività, si impegnano, sudano, si allenano e ti trascinano a destra ed a sinistra tra palestre, campi, palazzetti e varie attività. La partita, il saggio di danza, gli allenamenti. Casa, scuola, danza, casa ... casa, scuola, nuoto, casa ... casa, scuola, calcio, casa. Comincia un balletto interminabile che vede figli e genitori coinvolti in un turbine di eventi da frequentare, lezioni da seguire, allenamenti in cui sudare, pettegolezzi da sopportare, invidie da evitare, genitori da cui nascondersi ... e non dimentichiamoci iscrizioni da pagare. Facciamo che su questo argomento non professerò parola, ad ognuno il suo commento; per queste cose ci sono persone che si lamentano per la retta troppo cara e c'è chi se la può permettere senza problemi. Non è questa le sede per discuterne.

La giornata tipica, se fosse ripresa e montata in un film, sarebbe mostrata in una di quelle scene a velocità triplicata, come in quei film comici americani in cui la madre o il padre single di turno fa il diavolo a quattro per arrivare in orario a scuola, al lavoro, agli allenamenti del figlio ecc ecc. E la scena finale, non più a super velocità ma quasi in slow motion, mostra il genitore stremato che crolla sul divano e vi si addormenta ancora vestito ... ovviamente per poi svegliarsi il giorno dopo in clamoroso ritardo.

Ecco, io e mia moglie (più mia moglie effettivamente per orario e luogo di lavoro più vicino alle esigenze della figlia) ci siamo in pieno. Non ci addormentiamo sul divano perché abbiamo ancora un minimo di dignità, ma messe a letto le figlie crolliamo davvero.

Abbiamo cominciato col nuoto: tre lezioni. La prima: assieme alla sua migliore amica, bellissimo, lezione di nuoto gratis di prova. Lei contenta, noi pure. Vediamo se funziona. Mi raccomando, dopo la prima lezione di prova gratuita chiedete ai vostri figli se vogliono continuare l'attività onde pagare inutilmente una retta che dalla seconda lezione scatta puntuale. E così abbiamo fatto. La seconda: "ma io oggi non voglio fare nuoto, voglio solo vedere la mia amica che nuota". Cosa?! Ok, non è giornata anche per lei. Non ha voglia, capita. La lezione si conclude con mia figlia fuori dalla vasca che saluta la sua amica. La terza: non commento.

Ecco come si conclude il nostro futuro da nuotatrici olimpioniche (permettetemi e passatemi la battuta di quart'ordine): con un clamoroso buco nell'acqua.

Danza, classica o moderna non ne ho idea, ma siamo giunti alla danza comunque. Assieme ovviamente alle sue amiche dell'asilo. Dimenticavo di dire che facilmente le attività vanno di pari passo con uno spostamento in branco dei figli e dei genitori: dove va un figlio va il suo amico e vice versa. Comunque dicevamo danza. Qui miglioriamo. Siamo arrivati fino al saggio finale, un po' a forza, con qualche spintone qua e là. Ma siamo arrivati alla fine. 

Prima di arrivare alla fine, però, si deve passare tra le varie lezioni. Lezioni in cui la maestra ti dice che tua figlia non ha fatto niente. Lezioni in cui fa qualcosa. Lezioni in cui si siede in un angolino, ti guarda e tu devi stare lì con lei. Si fanno tanti sospiri e si va avanti. Arriva finalmente il saggio finale al palazzetto del paese. Tutti presenti e ben forniti di smartphone che riprendono meglio delle telecamere di George Lucas. Pronti? Via! La musica parte, le riprese pure. Tutte al centro del palazzetto a muoversi ed a ballare, ma tua figlia è ferma ed è intenta a guardare un gruppo di ragazze che si riscaldano pochi metri più in là e che da lì a poco si esibiranno in uno spettacolo di twirling. Ridi, guardi tua moglie, alzi le spalle e pensi che la ami perché è bella così. Magari l'anno dopo farà twirling? Detto fatto: "Papà, voglio fare twirling!!!". Certo amore mio.

Ovviamente fatto anche quello: una lezione, forse due non ricordo bene. Prima voleva andare, poi no, poi si e così via. Poi non ci è più andata.

Tranquilli, arriva il momento delle soddisfazioni. Torniamo alla danza, stavolta lo so: sia classica che moderna. Sempre assieme alle sue amichette dell'asilo in una location un po' strana con un'insegnate particolare, ma devo dire molto molto brava e che le bimbe adorano. Tutto liscio come l'olio. Si impegna e la maestra la loda sempre. Bingo! Forse .... arriva il saggio. Alla vigilia dell'evento finale capiamo che davvero alla bimba è piaciuto quello che ha fatto e che ha imparato perché ci accorgiamo che ha timore di sbagliare e di deluderci. La tranquillizziamo semplicemente facendole capire che siamo molto contenti perché lei si è davvero impegnata e noi siamo orgogliosi di lei.

Nonni, zii, cugini, fratelli, amici ... foto e video ... bellissimo, bravissima, contentissimi. Un piccolo passo avanti. Sta crescendo.

Non abbiamo ancora raggiunto la fase delusione sportiva. Capiterà? Non lo so. Se è brava in qualche attività magari no, se è una scarsotta potrebbe capitare. Amore, pazienza ed un dolcino sono le chiavi per superare il tutto. Vi farò sapere.

Abbiate pazienza, tenete duro, assecondateli nelle loro attività, non dategli false speranze, non siate quei genitori che urlano alla rete o contro altri genitori. Ricordatevi che voi siete il suo primo insegnate e lo specchio di vostro figlio.

Per stasera ripongo il portatile. Raggiungo mia moglie a letto.

Saluti.

Simone Gavana 

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