domenica 28 dicembre 2014

PALLE DI NATALE


Politicamente corretto...!?

Mi spiace riuscire a scrivere solo un post questo mese, ma come molti genitori come me sapranno, i giorni da metà dicembre in poi sono un turbine di eventi che sembra non abbiano mai fine. Soprattutto si arriva col fiatone alla vigilia per preparare tutto quanto sia necessario a rendere felici i propri figli: nella fattispecie questo vuol dire sostituirsi al più blasonato Babbo Natale e frustare il più possibile le renne della propria automobile per riuscire a raccimolare tutto quanto è stato richiesto nella famosa letterina per il ciccione barbuto vestito di rosso.

Oltre ai propri figli ci si deve anche occupare di varie cene di Natale, di chiudere le varie attività annuali al lavoro ed a volte di malanni di stagione che ti stroncano a letto senza possibilità di appello. 

Sommando il tutto il tempo vola ed anche quest'anno mi sono ritrovato col Natale alle spalle senza neanche accorgermene.

Facendo un piccolo passo indietro, più precisamente al momento in cui mi è venuta l'ispirazione per questo pezzo, la prima domanda che mi sono posto è stata se "essere politicamente corretto" oppure "non essere politicamente corretto". La domanda è semplice: come mi pongo per questo articolo? Seguo il buonismo imperante che sembra insinuarsi nella mente anche del più efferato assassino nei pressi del Natale oppure continuo ad usare il solito cinismo che mi contraddistingue?

A dire la verità ci ho pensato, so benissimo di non essere un giornalista famoso che deve rendere conto ad un pubblico o ad un editore, ma comunque ci ho pensato. Ed alla fine la risposta è stata semplice.

Il dubbio mi si è presentato alla Vigilia di Natale. Ore 18.00: messa di Natale fatta per i bambini dell'asilo. Quando mia moglie mi dice che dobbiamo andare a qualche messa fatta per i bimbi dell'asilo comincio a sbuffare (in genere sbuffo per tante cose lo so). Come potete immaginare non sono un praticante, non sono neanche un credente, non sono ateo; diciamo che nei riguardi della religione non sono nulla per ora. Certo, ho fatto tutta la trafila solita del buon cristiano: battesimo, comunione, cresima e, udite udite, anche la professione di fede. Anche se ufficialmente ho tutti i canoni non ho alcun rapporto con la religione. Un giorno chissà ... magari diventerò buddhista o animista ... non adesso però. 

Torniamo alla messa incriminata. Quando entro in chiesa mi pongo due domande: a) che diavolo ci faccio lì b) che diavolo ci faccio lì con tutti quegli ipocriti. Si mi spiace dirlo (o forse no), ma almeno il 50% delle persone che sono lì dentro sono fatte di pura ipocrisia. Ed a Natale l'ipocrisia aumenta come se andare a messa in questo periodo ci potesse purificare da tutte le schifezze che abbiamo fatto durante l'anno.

Sia chiaro, però, io ho il massimo rispetto per preti e suore (forse più per le suore). Per il semplice motivo che loro hanno trovato un senso per la loro vita ed hanno avuto il coraggio di seguire la loro missione. Ho il massimo rispetto per chi ci crede, sicuramente sono più ricchi di me e lo dico veramente. Non sto attaccando la Chiesa o il metodo educativo che adottano nell'asilo in cui va mia figlia, ciò che non sopporto è il falso buonismo, i falsi sorrisi, le parole dette nell'orecchio e tante altre cose che ho visto a messa. 

Cerco di educare le mie figlie al rispetto del prossimo sia come persona che come pensiero. Cerco di educare le mie figlie alla libertà di espressione e di visione del mondo. Nel rispetto delle regole e della vita. Quindi mi chiedo perché dovrei educarle forzando in loro la scelta di una religione quando io non sopporto ciò che vedo?  

La risposta è più semplice di quanto si possa immaginare: per non lasciarla da sola. Sarebbe semplicemente un'esclusa, un'emarginata. Questo impone la società in cui vivo e questo seguo per il suo bene. Da grande sceglierà.

Anche se credo che scegliere per lei adesso su certe cose non sia giusto.

Comunque anch'io faccio i filmini col cellulare a mia figlia che canta sull'altare ... che credete!?!?

Finita la messa comincia il tour de force, ma questa è un'altra storia.

Saluti.

Simone Gavana

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2 commenti:

  1. ciao caro, prendo spunto dal tuo interessante post per commentare quanto da te scritto. Come sai sono un neo papà ed è ancora presto per pormi certe domande, anche se a volte ci penso passando davanti alla parrocchia che frequentavo "in gioventù".
    La domanda ricorrente è come mi comporterò quando dovrò mandare a catechismo Tommy e fargli fare tutta la "trafila" che un buon cristiano (e non) deve fare.
    Non mi reputo assolutamente un buon cristiano, tanto meno praticamente, non credo più che altro nell'istituzione della chiesa, anche se "credo" in un'entità superiore, seppur a modo mio.
    tornando alla domanda che mi pongo e alla tua affermazione "politicamente scorretto o corretto", direi che sono abbastanza convinto che come fai fai sbagli (non è diretto a te ma è generale).
    la prima volta che mi sono fatto questa domanda è stato quando abbiamo battezzato Tommy. Gli incontri pre-battesimo parlavano tutti di inizio di un cammino, indirizzare i figli verso un certo tipo di vita ecc.. cose che a me sono entrate da una parte (forse) e uscite dall'altra. Semplicemente abbiamo deciso di farlo perchè ci sembrava giusto così, non "emarginare" Tommy in futuro (vedi scuola ecc...). Tuttavia la mia convinzione su certe cose sia di scegliere per lui, almeno fino a quando non riesca a farlo da solo e fargli provare quello che i suoi futuri compagni/amici faranno. Provare una cosa ti può far dire se ti piace o no, non provarla ti lascia con un punto di domanda. Esempio sarà il catechismo, non farglielo fare sarebbe una mancanza, se poi frequentandolo, per qualsiasi motivo, deciderà che quella non è la sua strada bene venga.
    Concludo dicendo che una scelta corretta secondo il mio parere non esiste, almeno in senso assoluto. Sto imparando che fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo e anche in queste scelte, a prima vista banali, si nascondono 1000 mah e sè.
    A presto.

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    1. Concordo a pieno con quello che hai scritto. Purtroppo il ruolo del genitore è fatto per il 90% di scelte giuste o sbagliate. Anche se ho scritto quello che ho scritto, faccio presente che ho passato il periodo che va dai 10 ai 25 anni in oratori. Che sia stato solo per giocare a pallone il sabato o ritrovarmi con gli amici prima della classica serata o per fare catechismo, comunque, è stato un luogo fondamentale per la mia vita. E ne sono contento piuttosto che ritrovarmi in mezzo ad una strada.

      E', però, naturale porsi delle domande quando sei tu a decidere per il bene o il male di un altro essere. E credo che sia anche segno di intelligenza porsele.

      In bocca al lupo, ti capisco ...

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